Un ricordo sempre vivo. Oggi più che mai. Una data, 9 maggio, che rievoca pensieri tristi, bui. Sono passati 45 anni da quando in via Caetani a Roma venne ritrovato il cadavere di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse. Impossible dimenticare quel giorno, quelle lacrime, quella paura, la consapevolezza di essere al centro di una guerra difficile da combattere, impossibile da sottovalutare. Se si pensa poi ai nomi di Emanuele Petri e Bruko Fortunato, o alle oltre 400 persone uccise in 18 anni, gli “anni di piombo”, quel pensiero diventa storia, storia di chi ha dato la propria vita per difendere valori inestimabili, quali la libertà e la democrazia. Che questa data, dunque, resti impressa nella memoria, nelle menti di ognuno di noi. Perché tutto ciò che si è visto resti sempre senza però dover mai più essere vissuto. Perché i nomi e i volti di chi ha combattuto anche a costo della propria vita restino una guida per chi, come tutti noi, crede negli uomini, nella vita, nella democrazia, nella libertà di essere sé stessi nel segno della giustizia e della legalità. Il 9 maggio non potrà mai essere una data qualunque, il 9 maggio sarà sempre nei cuori di tutti noi.

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