Vengono chiamate per dare aiuto. Poi, però, spesso, hanno le mani legate. Impossibilitate ad agire, ad intervenire come si dovrebbe. Imbrigliate nelle maglie strette di una legge (di più leggi probabilmente) che ne rende impossibile l’operatività mettendo a rischio la loro vita. È questo il quadro incredibile che si sta sviluppando, ormai da tempo purtroppo, attorno alla figura delle forze dell’ordine, più in generale di chi indossa una divisa, un pistola. Quanto accaduto a Marotta, all’esterno di una nota discoteca, rischia però di cadere ancora una volta nel dimenticatoio. L’oblio, quello che forse conviene di più, quello nel quale nessuno deve confrontarsi con i reali problemi che, invece, sono il pane quotidiano di un uomo, una donna, in divisa, sembra essere la strada più semplice. Eppure quei carabinieri erano lì per fare il loro dovere. Hanno trovato una folla di esagitati ad attenderli. E allora, in un attimo, quelle schermaglie violente tra bande sono diventate un pretesto per prendersela con i militari. Malmenati, aggrediti, senza rispetto, con una violenza impossibile da accettare. Quei carabinieri, usati come scudo dai violenti, rappresentano purtroppo tutte le forze dell’ordine. Quelle che, dalla mattina alla sera e di notte, sono in strada per garantire la sicurezza pubblica. È arrivata l’ora che nei piani alti si faccia qualcosa, che la tutela delle forze di polizia venga garantita senza se e senza ma. Non si può aspettare che si verifichi una tragedia. Perché quei carabinieri hanno mantenuto sangue freddo, le hanno prese senza poterle dare, hanno subito senza poter reagire. Onore a loro. Ma le conseguenze potevano essere tragiche. E questo non è possibile accettarlo. Si faccia qualcosa, dunque, prima che sia troppo tardi.

Francesco Biondi – Segretario generale Associazione Nazionale Tutela forze di polizia

Categorie: News

0 commenti

Lascia un commento

Avatar placeholder

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *