Si chiamava Nicole Gee. Aveva solo 23 anni. Di professione sergente dei marines americani. C’è anche lei tra i 13 militari uccisi nell’attentato all’aeroporto di Kabul. Era diventata ‘nota’ per una foto che la ritraeva mentre cullava un neonato afghano. Una foto diventata virale sul web, accompagnata da una didascalia: “Amo il mio lavoro”. Di lì a poco sarebbe morta nel tremendo attentato orchestrato dai talebani all’aeroporto della capitale afghana. Era stata in prima linea durante le operazioni di evacuazione di americani e afghani dopo la presa del potere dei talebani scortando anche un gruppo di civili all’interno del C-130. Stava svolgendo il suo lavoro, quello che amava tanto, che faceva con orgoglio, onore e passione. Una giovanissima che non c’è più, che ha perso la vita in un territorio di guerra che è tornato a seminare morte. O che forse non ha mai smesso di farlo. 

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