Cinque suicidi in appena un mese. Cinque professionisti delle forze dell’ordine che hanno deciso di togliersi la vita. Cinque persone che non ci sono più, cinque famiglie distrutte. Il dato è in preoccupante ascesa. Tanti, troppi interrogativi su quello che sta accadendo ma, soprattutto, troppi silenzi. Si parla di questo fenomeno piuttosto diffuso, purtroppo, solo di fronte ad un tragico epilogo. Si sbagliano tempi, si lascia tutto da parte senza agire in maniera concreta quando si dovrebbe. Perché, di fatto, il problema esiste ed è sempre esistito ed è frutto di una fragilità psicologica che viene fuori nei momenti di estrema difficoltà. Servirebbe preparazione, assistenza, tutela, prima di entrare nelle forze dell’ordine e durante il percorso di ognuno di loro. Senza questo, quella che è una vera e propria mattanza non potrà far altro che continuare, con nuove tragedie che nessuno vorrebbe raccontare. Servono interventi concreti, servono azioni e non più solo proclami.
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